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Pramaggiore
Lungo le strade del vino: un tempo vigneto della Serenissima e oggi importante zona di produzione enologica

Se il portogruarese ha un comune legato al vino è sicuramente Pramaggiore. Si trova a due passi da Portogruaro, il suo territorio è completamente pianeggiante ed è noto come la città del vino  doc. La sua terra produttrice di vini apprezzati ha dato vita alla “Strada dei Vini” con dei percorsi enogastronomici che si fanno visitare ogni anno da numerosi turisti ed enologi. La Strada dei Vini D.O.C. Lison-Pramaggiore si snoda attraverso 3 itinerari: due di questi conducono dalle principali spiagge – Caorle e Bibione – fino alla Zona Classica, e il terzo invece la percorre e collega le Città del Vino, Annone Veneto, Portogruaro, San Stino di Livenza e Pramaggiore. "La zona classica": Loncon, Belfiore, Pradipozzo, Summaga, Lison, Mazzolada, Levada, Portogruaro, Concordia Sagittaria. "La zona del Livenza": Caorle, San Stino di Livenza, Annone Veneto, Motta di Livenza, Blessaglia, Pramaggiore, Pravisdomini, Chions, Cinto Caomaggiore. "La zona del Tagliamento": Concordia, Bibione, S. Michele al Tagliamento, Latisana, San Giorgio, Alvisopoli, Teglio, Cordovado, Fossalta di Portogruaro, Vado, Giussago, Villanova, Santa Margherita, Lugugnana. L’area di Pramaggiore è nota già dai tempi antichi in quanto era attraversata da importanti strade romane, sui cui tracciati si viaggia ancor oggi: la Via Postumia, che univa Genova ad Aquileia, e la Via Annia, che collegava Adria e Aquileia, passando anche per Altino. Inoltre, anche il fiume Lemene rivestì nei secoli grande importanza per la navigazione e i trasporti. Il centro più importante di questo periodo fu Julia Concordia, oggi Concordia Sagittaria, situata all’incrocio tra le due strade, di cui oggi sono visibili i resti (la domus, le terme, la cinta muraria), oltre alla Cattedrale Paleocristiana. Anche Annone Veneto era collocato sull’antica Postumia e S. Stino sulla Annia. Dal XV° secolo furono i Veneziani ad estendere il loro dominio su queste terre. Le cittadine si arricchirono di chiese e palazzi. Pramaggiore allora con il borgo di Belfiore fu considerata il Vigneto della Serenissima. Ciò che contraddistingue la produzione di vino nella zona doc Lison-Pramaggiore rispetto alle altre è il fatto che è in continua crescita qualitativa per l’attenzione che i viticoltori e le associazioni di categoria hanno dato all’agricoltura biologica introdotta dai primi anni ’90. Le varietà catalogate a Pramaggiore sono numerosissime, con altrettante osservazioni indirizzate ad una selezione delle uve. Dopo un lungo percorso di prove e studi si arrivò verso il 1950 a definire le varietà consigliate nelle zone adiacenti l'Adriatico che sono quelle coltivate tutt'oggi: Merlot, Cabernet, Franc, Tocai friulano, Sauvignon, Pinot Grigio, Refosco, Verduzzo, Malvasia Istriana, Terrano, Ribolla e Franconia. Negli anni Trenta tutta la zona di Pramaggiore fu interessata da una vasta azione di bonifica e di modernizzazione della produzione agricola e anche vinicola. Oggi, tracce della vita dei vecchi tempi si trovano al Museo della Civiltà Contadina presso il Mulino di Belfiore. Metodi moderni e intensivi furono adottati a partire dagli anni '50, in cui però iniziò anche l'industrializzazione e lo sviluppo dell'ospitalità sulle spiagge. Oggi i centri di Caorle, con il suo centro storico caratteristico e il porto, e di Bibione, con spiaggia, pineta e le Terme, sono tra le località più apprezzate del Mare Adriatico. Pramaggiore è nota anche per i fastosi appuntamenti gastronomici che si svolgono durante tutto l’anno. Tra i più noti ricordiamo la sagra di San Marco che si svolge verso fine aprile, la sagra delle rane a Comugne che si ripete ogni anno l’ultima settimana di maggio, la sagra della sopressa a Belfiore a luglio, ad ottobre è il momento della sagra degli ossi a Comugne e la festa della Madonna di Belfiore a novembre. Pramaggiore è un comune che conta quasi 5 mila abitanti ed è amministrato dal sindaco Igor Visentin. Il comune si estende su una superficie di 24,2 chilometri quadrati per una densità abitativa di 164 abitanti per chilometro quadrato. Il territorio risulta compreso tra i 5 e i 15 metri sul livello del mare. Ma Pramaggiore non è solo il luogo del gusto ma è anche un serbatoio ricco di storia e architettura. Il nome di Pramaggiore compare in forma documentata nel 1225, accertando l'esistenza di un villaggio dipendente politicamente dal patriarcato di Aquileia ed ecclesiasticamente dalla Diocesi di Concordia, anche se il recente rinvenimento di reperti litici e ceramici data la più antica testimonianza della presenza umana nel territorio tra il 1600 e il 1300 a.C. L'estensione territoriale di Pramaggiore era molto limitata e non abbracciava l'intera superficie comunale, perché sia la villa (comunità rurale organizzata) di Salvarolo che quella di Blessaglia avevano una diversa giurisdizione. Non è accertabile il momento di formazione del villaggio di Salvarolo, ma è da ritenersi che il primo nucleo di case sia stato costruito ai piedi del castello eretto nella località da un casato di feudatari alla fine del decimo secolo.
Anteriore a quella del capoluogo sarebbe pure l'epoca della nascita di Blessaglia, il cui nome compare nel IX secolo. Con il passaggio del Friuli sotto il dominio della Repubblica di Venezia (1420) mutarono anche le situazioni locali: le giurisdizioni feudali tramontarono, la cessione da parte dei Salvarolo del casato agli Altan dapprima diede nuovo splendore all'antico maniero, cui però poi subentrò una progressiva decadenza che lo portò alla scomparsa. Le tre ville, che nel 1776 contavano complessivamente meno di 700 abitanti, con l'avvento del napoleonico Regno d'Ialia vennero fuse in un sol comune, che assunse la denominazione di Comune di Pramaggiore  (1806). Tra le fastose dimore patrizie si trovano villa Collovini, oppure Villa Morasuttto, o ancora Villa Muschietti. La chiesa di San Giacomo a Salvarolo risale al 1016 mentre la chiesa di Santa Maria Assunta a Blessaglia risale al ‘500.


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