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Cronaca
«Per Antonio il vino era come un figlio»
30-08-2014 - S. Stino di Livenza: Il commosso ricordo del gemello Flavio: una grande perdita per me e mia madre, ma soprattutto per la sua famiglia

Gran lavoratore, amante del vino e dedito alla famiglia, un uomo corretto e puntuale, ben voluto da tutti. Antonio Geretto, co titolare delle cantine Casa Geretto, il cui corpo è stato rinvenuto giovedì sera sul casale Lison, lascia un vuoto incolmabile che solo il fratello Flavio, suo gemello e compagno di lavoro, ha trovato le parole per riempire. Che cosa significava per Antonio il lavoro in cantina, tra le vigne e il vino? «La Cantina è sempre stata sinonimo di famiglia per noi. Da quando nel 1999 siamo entrati a far parte dell’azienda, io e mio fratello abbiamo lavorato per mantenere con i clienti un ambiente familiare, cordiale e naturale per questo abbiamo modificato il suo nome in Casa Geretto. Il vino, per Antonio, era come un figlio, lo amava, lo studiava, lo insegnava. Ha persino lasciato la facoltà di giurisprudenza per ottenere il diploma di enologo alla scuola di Conegliano con il massimo dei voti. Aveva maturato una grande cultura nel settore ottenendo titoli importanti: sette anni fa fu nominato il più giovane assaggiatore del triveneto e tre anni fa è divenuto esperto di analisi sensoriale». Quali erano i progetti in cantiere per Casa Geretto? «I progetti a breve e lungo termine erano molti, tanti dei quali promossi da Antonio.Giorni fa era stato proprio lui a voler riunire attorno ad un tavolo me e mia madre per programmare le date delle degustazioni e i vari eventi. Il nostro progetto principale era proprio quello fondato sulla nostra unione. Da quando nostro padre Dino è venuto a mancare, noi due da soli abbiamo sempre fatto per cinque, ci siamo sempre compensati in tutto nei nostri ruoli mantenendo un dialogo aperto e confrontandoci sulle scelte produttive. Quest’anno l’azienda stava capitalizzando un cambiamento qualitativo iniziato nel ’99, infatti alcune importanti riviste americane come la Wine Spectator e la Wine Advocate avevano quotato il nostro vino. Questo era motivo di orgoglio per Antonio». Qual è stato l’ultimo messaggio di Antonio? «Alle 6.53 di giovedì mattina mi scriveva che sarebbe arrivato presto in azienda per effettuare delle consegne programmate la sera precedente e che poi sarebbe ripartito di nuovo. È periodo di vendemmia per noi e lui da qualche giorno stava già nei campi per la raccolta dell’uva». Come sarà ora Casa Geretto, ma soprattutto la sua famiglia, senza Antonio? «È sicuramente una grande perdita, per me come fratello, per mia madre ma soprattutto per sua moglie e i suoi tre figli a cui non mancherò di ricordare sempre chi era il padre. Antonio amava i bambini, infatti organizzava sempre la vendemmia in cantina con i bambini delle scuole oltre a mille altre attività didattiche come i suoi corsi “Vini da sogno”. Siamo tutti molto confusi. Purtroppo l’unico difetto di Antonio era di non aver mai imparato a nuotare». Domani alle 19.30 nella chiesa di Santo Stefano a Concordia Sagittaria sarà recitato il Rosario in sua memoria. La data per le esequie non è ancora stata fissata ma si terranno a San Stino dove la salma sarà anche tumulata. Bisognerà infatti attendere il nulla osta da parte della Procura di Pordenone dopo l’autopsia prevista per questa mattina.

Fonte: La Nuova Venezia
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