Con una cerimonia alla quale hanno partecipato il sindaco Antonio Bertoncello, accompagnato dal vice sindaco Luigi Villotta e da numerosi assessori, si è svolta sabato la cerimonia ufficiale di riconsegna alla città dei giardini comunali Ippolito Nievo.
Si tratta di un intervento importante, che ha comportato una spesa di circa 35.000 euro, mirato a sistemare il più antico giardino pubblico cittadino, che peraltro rappresenta uno degli scorci più importati e affascinanti della città del Lemene, inaugurato nel 1931 per volontà dell’allora Podestà Camilo Valle e dedicato al Nievo che nella sue Confessioni parlò più volte della città del Lemene definita “piccola Venezia”.
Dopo il saluto del primo cittadino ha preso la parola l’ingegner Guido Anese, responsabile dell’Area Lavori Pubblici del Comune di Portogruaro, che ha sottolineato gli aspetti tecnici dell’intervento ricordando anche la figura dall’architetto paesaggista Paolo De Rocco e i suoi importanti studi preliminari alla realizzazione del progetto.
«È una grande gioia – ha dichiarato l’assessore alla Cultura Maria Teresa Ret – aver potuto completare quest’opera che valorizza la nostra città che vuole caratterizzarsi sempre di più come città d’arte e di cultura».
L’intervento, che segue altre “riconsegne” avvenute in questo ultimo periodo quali la Colonna Marciana, il Tempietto di Sant’Ignazio e l’Arco del Fondaco, precede di qualche settimana la riapertura di altri due angoli storici della città quali la centralissima Piazzetta delle Erbe con il Pozzetto del Pilacorte (o delle Gru) e quindi di Piazza Marconi.
Presso i giardini, oltre che il busto in bronzo raffigurante Ippolito Nievo, si possono ammirare anche la fontana con il giovinetto, opera dell’artista portogruarese Valentino Turchetto, che poggia sui resti una antica colonna romana proveniente da Concordia Sagittaria, i Putti che rappresentano le quattro stagioni e un antico pozzo proveniente da quello che fu il Convento di San Francesco.
La cerimonia, alla quale hanno assistito numerosi cittadini, è stata accompagnata dalle musiche di alcuni musicisti della Fondazione Santa Cecilia.

Maurizio Conti