È iniziato questa mattina alle 7.00 il sit-in di fronte all’ospedale di Portogruaro. Il comitato “Salute bene primario” portogruarese e il comitato “Pro pediatria” di Portogruaro si sono accampati per far sentire il proprio dissenso riguardo tutto ciò che la sanità portogruarese al giorno d’oggi sta subendo. Punto focale la riapertura del centro nascite e la conferma del reparto di pediatria. Molte sono le persone passate per poter dare sostegno a questa causa. A scendere in piazza assieme a comitati e cittadini, anche numerose autorità tra cui il Sindaco di Portogruaro, Maria Teresa Senatore, la quale ha ringraziato i presenti per l’aiuto che stanno dando a quanto sta già facendo l’Amministrazione Comunale a riguardo, il Sindaco di Annone Veneto, di Concordia Sagittaria e l’Assessore alla Sanità del Comune di Fossalta di Portogruaro. A sostegno dell’ospedale anche la deputata 5stelle Spessotto Arianna, la deputata piddina Sara Moretto e il consigliere regionale Francesca Zottis, intervenuta al sit-in. «Domani avremo l’audizione in commissione quinta – spiega –. È previsto il reinserimento del primariato di pediatria, ma bisogna ancora fare chiarezza sulla questione posti letto. È necessario collaborare e condividere con il vicino ospedale di San Donà in modo da poter fare funzionare vari presidi con le proprie specialità. Non arrendiamoci solo ai primariati, ma puntiamo ad avere anche più posti letto». Nessuno scontro tra fazioni politiche, ma tutti uniti per uno scopo comune. Al presidio infatti, era presente anche il leader di opposizione Marco Terenzi: «Oggi è una bella giornata – sostiene – perché è nato un comitato nella nostra comunità a tutela di un bene primario come la salute. Questo comitato serve a sottolineare che siamo ancora una comunità viva e che guarda al futuro: difendere l’area materno-infantile significa nutrire speranze». Della stessa opinione anche il Sindaco di San Michele al Tagliamento, intervenuto dicendo: «Io sono con questi comitati, non dobbiamo farci smantellare ciò che abbiamo costruito in questi anni. Quando si chiudono questo genere di reparti significa chiudere un paese». E conclude: «Quello che è frustante è che la politica dice cosa serve fare, ma sono i cittadini a doversi muovere. Stiamo pian piano distruggendo anche il sistema turistico: Bibione e Caorle hanno circa 10 milioni di presenze turistiche annue, le quali pian piano diminuiranno sapendo che non siamo in grado di offrire assistenza e servizi sanitari per i bambini».
Redazione Online