Lo scorso 10 agosto è venuto a mancare Mario Stival, una figura di grande riferimento per l'imprenditoria agricola e vitivinicola del Veneto Orientale.
Fondatore dell'Azienda Agricola Moletto, dal 1960 ha dedicato la sua intera esistenza al servizio della comunità e all'amore per la propria terra, con l'obiettivo di valorizzare la sinergia tra persone, imprese e patrimonio locale.
Al centro della sua filosofia imprenditoriale vi è sempre stata la profonda convinzione che il successo si costruisse collettivamente. Per questo, ha sempre lavorato per creare legami solidi con i produttori e gli artigiani delle aree Prosecco DOC, Piave DOC, Lison-Pramaggiore DOC, Venezia DOC e Lison DOCG, sostenendo con impegno anche le realtà più piccole. La sua vasta conoscenza del settore gli ha anche permesso di guidare con successo la Cassa Rurale e Artigiana di Pramaggiore, sapendo interpretare le diverse necessità delle imprese locali.
Distante dalla retorica, Mario Stival era un uomo di fatti e sostanza, metodo meticoloso e risultati concreti e duraturi. Rispettava profondamente i tempi della natura e delle persone, onorava gli impegni presi e curava ogni dettaglio del suo lavoro. Un uomo esigente e tenace quando necessario, ma sempre affidabile e puntuale.
Il suo più grande successo, tuttavia, è stata la famiglia. L'azienda Moletto, che ha visto al suo fianco fin dall'inizio la moglie Annamaria e successivamente i figli Mauro, Chiara e Giovanni, continuerà a seguire il percorso che lui ha tracciato, basato sulla qualità, sul forte legame con il territorio e sulla coltivazione di rapporti umani solidi.
La sua visione della vita e del lavoro è racchiusa nel suo più grande insegnamento: “Non correre per farti vedere: lavora perché ciò che ami resti.” Un invito a costruire il proprio futuro con pazienza e costanza, per proteggere e dare valore a ciò che è veramente importante. Questo approccio si riflette anche nelle parole affettuose del nipote Gianluca: «Il mio ricordo più bello sono le giornate passate in montagna quando ero piccolo: io, lui e la nonna. Camminavamo a lungo, ci fermavamo a guardare l’acqua e a respirare l’aria fresca. Nessun programma, solo strada, e tante chiacchiere».
Un aneddoto che riassume la sua essenza: saper guardare con calma e semplicità le bellezze circostanti, assaporando il tempo trascorso con chi si ama.