Per il secondo appuntamento della stagione 2022-2023, il Teatro Comunale Luigi Russolo ospita una tra le più belle commedie contemporanee: “Servo di scena” di Ronald Harwood. Lo spettacolo, inizialmente programmato per sabato 26 novembre, andrà invece in scena martedì 29 novembre, sempre alle ore 21.00.
Scritto nel 1979, Servo di scena racconta la giornata “finale” di un primo attore (Geppy Gleijeses), appassionato interprete di “Re Lear” sul palcoscenico ma, dietro le quinte, depresso e stanco per il peso degli anni. Nel corso delle diverse serate, però, può sempre contare sul suo insostituibile “servo di scena” (Maurizio Micheli), un tuttofare che lo aiuta nelle grandi e piccole cose: dal tenere alto il suo morale, al vestirsi, a fargli da suggeritore. Se l’interprete, infatti, è narcisista e viziato quanto una prima donna, il suo collaboratore a lui totalmente dedito, è l’immagine di quell’amore sottomesso e tenace che si alimenta, in senso pratico e spirituale, della luce riflessa del suo signore. Due tipi psicologici opposti eppur fondamentali nella loro essenziale armonia. Così, mentre nell’Inghilterra del 1942, gli allarmi aerei risuonano costantemente durante lo spettacolo, i commedianti fanno rivivere sul palco le commedie del Bardo per sollevar l’animo degli inglesi, mantenendo, così, fede alla loro missione d’attori, perché, come si dice, “the show must go on!”. Inno al teatro (o meglio al metateatro), e all’impegno culturale contro quella miseria umana che, ieri come oggi, incombe, sul nostro mondo, quest’opera teatrale, porta la firma della sapiente regia di Guglielmo Ferro, in occasione del centenario della nascita del padre Turi, e coinvolge, all’interno della sua tessitura drammaturgica, una signora del teatro italiano come Lucia Poli, configurandosi, dunque, come una magnifica parabola sulla necessità che l’uomo ha di creare e trascendere se stesso, sul bisogno di essere protagonista, sulla rilevanza dei ruoli di ciascuno ma anche, e forse soprattutto, sull’ineluttabilità delle relazioni umane e l’importanza di dar senso alla propria vita, si tratti di teatro o altro, aprendo lo sguardo su quanto, in questo tempo, dominato dall’incertezza e dalla complessità, una risposta analoga e vitale sia l’unica via possibile per la prosecuzione di ciò che è stato, sin qui, edificato.