Il mondo del gioco online in Italia è in piena trasformazione. Sono state aperte di recente, infatti, le buste con le domande di partecipazione al nuovo bando per ottenere una concessione statale. Un bando che ha ricevuto applausi ma anche grandi polemiche, un bando che divide, che offre opportunità, che non smette di far parlare di sé.
Le richieste valide sono state 54, presentate da 46 operatori (la discrepanza di numero è presto spiegata: alcuni hanno infatti chiesto più di una licenza). Ogni concessione avrà una durata di 9 anni e costerà 7 milioni di euro, con un limite massimo di cinque licenze per ogni operatore. Sempre per rimanere sul tema dei numeri, lo Stato italiano punta a incassare fino a 378 milioni di euro, se tutte le richieste verranno approvate. Tra i candidati ci sono grandi nomi del settore come Snaitech e Flutter, ma anche i casinò storici di Sanremo e Venezia. Nel comparto terrestre, però, spicca l’assenza di un nome celebre come quello del Casinò di Saint Vincent, che ha scelto di non partecipare.
A spiegare a che punto è il percorso delle nuove concessioni è, ai nostri microfoni, Yohan Leon, CMO di Gaming Report, che spiega: “Nonostante la procedura sia in corso, il tragitto finale non è privo di ostacoli. Alcuni operatori hanno presentato ricorso contro il bando, ritenendo che alcune regole imposte dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Stato possano escluderli in modo automatico e poco trasparente”. Per adesso però il primo grado davanti al TAR del Lazio si è chiuso con una sconfitta per i ricorrenti e anche la richiesta urgente di sospensione del bando è stata rigettata dal Consiglio di Stato. Il capitolo, però, è tutt’altro che chiuso: il prossimo 24 luglio, il Consiglio di Stato si pronuncerà nel merito sull’intera procedura e se dovesse accogliere il ricorso, potrebbe bloccare o annullare l’intero bando, con ripercussioni importanti su tutto il mercato del gioco online italiano.
“Intanto però la Commissione di valutazione continua il suo lavoro - ci spiega ancora Yohan Leon di Gaming Report - e dopo l’apertura delle buste, si procederà al controllo dei requisiti tecnici e legali per stabilire a chi assegnare le concessioni. I tempi, però, si preannunciano lunghi, anche per via dei procedimenti legali ancora in corso”. A suscitare polemiche, però, è il restringimento del mercato, sempre più competitivo ma pensato per pochi. Solo gli operatori B2C, ovvero quelli che si rivolgono direttamente al pubblico, possono richiedere la concessione, mentre i fornitori di servizi, i B2B, non hanno accesso diretto al regolatore e devono appoggiarsi a un partner locale.
Il risultato? Un percorso più complicato per le aziende straniere interessate a entrare in Italia. Un rischio che si è tenuto abbastanza in considerazione?