In America si chiama «Retail Apocalypse» ed è il fenomeno che sta annichilendo il commercio al dettaglio, ridisegnando completamente le logiche del mercato del consumo, i grandi marchi ma soprattutto le catene distributive e i centri commerciali. Basti pensare che solo nel 2017, erano oltre venti le grandi catene commerciali U.S.A. che hanno presentato istanza di fallimento; tra queste Gymboree Corp, con i suoi 1200 negozi di abbigliamento per bambini in U.S.A., Canada e Portorico. Anche il colosso dei giocattoli Toys «R» Us, (64mila dipendenti e 1600 punti vendita) ha dichiarato bancarotta.
L’idea che i centri commerciali avessero iniziato il loro declino ha cominciato a serpeggiare già qualche anno fa; nell'ultima decade, una trentina di questi punti vendita hanno chiuso. Il mercato è inesorabile: su 1.200 centri commerciali censiti negli Stati Uniti, il 15% è a rischio scomparsa perché disertato dai consumatori senza considerare le ricadute inevitabili sul mercato immobiliare.
Gli stili di vita sono cambiati e la nuove generazioni (che comunque hanno un potere di acquisto minore di quelle precedenti) privilegiano il consumo delle esperienze (shopping experience, slow commerce) a quello delle cose. Anche in Italia rispetto al 2015, l’affluenza ai centri commerciali è diminuita (si stima -6,6 %); contemporaneamente, rispetto al 2015, è in aumento l’e-commerce (+5.8%).
Francesco Fratto, Presidente Confcommercio Delegazione Portogruaro: “Non possiamo nascondere dati e studi eccellenti in materia che ci vengono restituiti; la crisi, che definirei più appropriatamente cambiamento, ha mostrato e sta mostrando inesorabilmente i propri effetti. Cavalcare il filone dei centri commerciali, potrebbe solo impoverire ulteriormente un territorio e un tessuto socio-economico già duramente colpito. Vorrebbe dire ancora una volta “schiacciare i piccoli” (vero motore dell’economia nazionale) a discapito dei grandi, generando danni collaterali di non poco conto. Nella fattispecie ci riferiamo all’apertura annunciata del nuovo centro commerciale denominato Malcanton; siamo fortemente preoccupati, questo territorio ha già molte ferite e sinceramente non comprendiamo il motivo di questa scelta. Non siamo d’accordo nel voler a tutti i costi perseguire questo tipo di politiche. Come dice il Presidente di Confcommercio Imprese per l’Italia, Sig. Carlo Sangalli, ogni luce che si spegne, è un pezzo di città che muore; auspichiamo che i fautori e gli attori principali di quest’opera abbiano fatto bene i loro conti. ”
Confcommercio Portogruaro-Bibione-Caorle