Riceviamo e pubblichiamo la presente lettera:
Via Villa di Summaga è una stradina di quartiere, poco più che di campagna, che fino a qualche anno fa doveva sopportare solo un po’ di traffico locale e qualche mezzo agricolo che saliva il cavalcavia per recarsi al di là dell’autostrada per lavorare i campi. Con il sorgere dei centri commerciali in viale Pordenone il traffico qui è incredibilmente aumentato, assumendo un’intensità paragonabile a quella di una strada statale, sicuramente a motivo del fatto che molti scelgono ora questa via come by-pass per evitare il traffico e le file perenni della normale direttrice Portogruaro Pordenone.
Da molto tempo priva di una seria manutenzione, la copertura in asfalto è andata degradando e così, al passaggio soprattutto dei numerosi mezzi pesanti, che ormai transitano per questa via, si crea un livello di rumorosità intollerabile ad ogni ora del giorno e anche della notte.
Non molto tempo addietro è stato tentato da parte di operai del Comune la solita opera di rattoppo quasi inutile delle buche, indubbiamente insufficiente visto quello che si può notare dalle immagini. È stato anche posto, ma in posizione decisamente poco visibile, un cartello per indicare il dissesto della strada. Sappiamo che qualche cittadino ha già segnalato in Comune questa situazione, ma non è stato fatto ancora niente di concreto e il transito dei veicoli, oltre che rumoroso, è sempre più pericoloso. Certe buche sono talmente profonde che di notte o anche con la pioggia, quando sono meno visibili, potrebbero fare cadere quantomeno qualche motorino in transito con conseguenti probabili problemi legali a carico del Comune.
Ad aggravare il problema della rumorosità e della pericolosità anche l’eccessiva velocità. Notiamo infatti che ben pochi rispettano il limite indicato dei 50 km orari. Per lo più i veicoli che scendono dal cavalcavia, non esclusi mezzi pesanti, percorrono il tratto di strada fino alla curva prima del semaforo a velocità folli, percettibili come vicine ai 100 km orari. E non scherzano nemmeno quelli che giungono dal semaforo in direzione cavalcavia: pur partendo a volte da fermi, dopo appena un centinaio di metri, sfrecciano davanti alle abitazioni, ai passi carrai e alle numerose stradine trasversali, incuranti del pericolo, a velocità decisamente superiori ai 50 km/h prescritti.
Parlando poi di mezzi pesanti siamo convinti, pur senza averne certezza, che molti superino abbondantemente il limite di peso di 18 tonnellate indicato chiaramente all’imbocco del cavalcavia. Il passaggio di tali mezzi a velocità sostenuta sull’asfalto particolarmente rovinato proprio davanti all’abitazione dell’autore di questa segnalazione provoca un sensibile tremolio della casa al punto che abbiamo notato da tempo uno sfaldamento di alcune tegole periferiche del tetto.
Anni addietro, con una intensità di traffico decisamente inferiore, ogni tanto i vigili urbani si piazzavano all’altezza dell’incrocio con via Duse ed effettuavano controlli. Questo non avviene più da moltissimo tempo. Eppure, questa strada è ridotta ad uno stato tale da rendere auspicabili provvedimenti drastici con limitazione di traffico ai mezzi troppo pesanti e magari ad una ulteriore riduzione della velocità consentita portandola ai tanto discussi 30 km orari che sarebbero qui più che mai giustificati con una opportuna segnalazione di strada dissestata. Qualche Comune vicino ha pur adottato, notiamo efficacemente, tale saggia limitazione. Ovviamente, fermo restando la riduzione e il controllo della velocità, la soluzione principale di tali disagi rimane il doveroso ripristino di un manto stradale non pericoloso.
Ci stiamo chiedendo quando questo legittimo diritto dei cittadini residenti in questa via potrà mai essere rispettato? Sospettiamo che si sia deciso di aspettare il programmato, ma ancora indefinito, rifacimento del cavalcavia necessario per consentire l’aumento delle corsie della sede autostradale. Nel frattempo, speriamo che nessuno abbia a subire qualche incidente provocato dalla precarietà del manto stradale e dal mancato controllo dell’eccessiva velocità dei veicoli.
E a proposito della demolizione e ricostruzione del cavalcavia, operazione che supponiamo richiederà qualche mese di tempo, qualche ufficio responsabile del traffico cittadino si è forse chiesto cosa succederà quando in tale periodo al già convulso traffico della strada provinciale 251 (via Pordenone) si sommerà per forza di cose anche il passaggio di tutto il traffico, anche molto pesante, che ora trova scampo riversandosi nella martoriata via Villa?
Nessuno ha pensato ad una soluzione diversa? E cioè costruire un nuovo cavalcavia prima di demolire, magari definitivamente, l’attuale vecchio manufatto? C’è un tratto di strada prospicente l’autostrada, più a valle di circa 250 metri dall’attuale cavalcavia di via Villa, un prolungamento di via Anna Magnani, che appare come se fosse stato concepito proprio a questo scopo: rivolto trasversalmente verso l’autostrada ad una distanza tale da risultare ideale come base di partenza per un nuovo ponte. Siamo coscienti che variazioni come queste in Italia rivestono sempre caratteri notevoli di complessità. Ma chissà mai che a qualcuno con poteri decisionali una tale idea non possa andare a genio?
Sig. Sindaco, questa lettera non vuole essere un'astiosa denuncia, ma una rispettosa collaborativa preghiera.
Luigi Bacchetta