Nel settantesimo anniversario della sua fondazione, il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia celebra la propria storia riportando in scena Carlo Goldoni con Sior Todero brontolon, una delle più significative commedie della maturità del drammaturgo veneziano che sarà rappresentata venerdì 21 novembre alle ore 21.00 presso il Teatro Comunale Luigi Russolo, inaugurando così la 16^ stagione serale del teatro portogruarese.
Lo spettacolo, diretto da Paolo Valerio e interpretato da un incredibile Franco Branciaroli nel ruolo del protagonista, è una coproduzione con il Teatro de gli Incamminati e il Centro Teatrale Bresciano.
Valerio affronta il capolavoro goldoniano con rigore filologico, rispettando la lingua e la musicalità del testo originale, ma introduce un’intuizione scenica innovativa: accanto agli attori, sul palcoscenico compaiono marionette che ne diventano alter ego, in un suggestivo incontro tra il mondo reale e quello simbolico. Questa scelta mette in risalto il doppio registro della commedia — umano e teatrale — e il suo valore universale, proiettandola in una dimensione insieme poetica e critica.
Sior Todero brontolon, scritto nel 1761 e rappresentato al Teatro San Luca di Venezia l’anno successivo, fu accolto con entusiasmo dal pubblico dell’epoca, nonostante il suo protagonista fosse tutt’altro che amabile. Todero è infatti un uomo “avaro, dispotico e diffidente”, che opprime la famiglia e domina con autorità dispotica la casa. Goldoni stesso, nella prefazione “L’autore a chi legge”, si stupiva che una figura tanto sgradevole potesse suscitare tanto successo, ma riconosceva che personaggi simili esistono realmente e sono, ancora oggi, riconoscibili nella società contemporanea.
Nel panorama dei caratteri goldoniani, Todero appartiene alla famiglia dei rusteghi, ma rispetto ai suoi “cugini” perde ogni tratto bonario: è un vecchio brontolone senza redenzione, che riflette con ironia e realismo le storture del patriarcato e dell’egoismo familiare. Tuttavia, la forza della commedia risiede nel mondo femminile, che Goldoni tratteggia come lucido e risolutivo: l’intelligenza e la solidarietà della vedova Fortunata e della giovane nuora contrastano la tirannia del vecchio, salvando la nipote Zanetta da un matrimonio imposto per interesse e restituendola a un amore autentico.
Il nuovo allestimento di Valerio e Branciaroli riscopre la modernità di Goldoni, capace di parlare ancora al pubblico di oggi: nella figura di Todero si riflettono le dinamiche di potere, l’arroganza maschile e le tensioni familiari che continuano a interrogare la società contemporanea. Tra ironia e malinconia, la commedia diventa così un affresco vivo e attuale, dove la risata si intreccia a una sottile inquietudine morale.
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