Il caso dei video porno girati da una ragazza ventenne molto conosciuta a Portogruaro e dintorni: la ragazza è vittima di una pesantissima ritorsione. Ne sono convinte le forze dell'ordine che, nonostante non sia arrivata alcuna denuncia (forse per paura), hanno avviato comunque degli accertamenti. Le indagini sono in una fase iniziale, che può essere definita “conoscitiva”. La ragazza, tra l'altro, si è messa in contatto con i cronisti, ma non ha voluto spiegare nulla sulla faccenda, né tanto meno ha voluto rilasciare dichiarazioni ufficiali. Si sospetta che un'eventuale denuncia possa comportarle guai ancora peggiori. Perché la vittima non parla più con le forze dell’ordine dopo essersi confidata con un agente di polizia? Che cosa la frena? Domande legittime, che in fondo, però, interessano poco alle persone che dispongono del filmato sul proprio telefonino. Il rischio è che i due girati finiscano nelle mani di minori. A Portogruaro e in tutto il Veneto orientale i video si stanno diffondendo, girano anche nella Bassa Friulana, Pordenone, San Donà. Sono arrivati sugli smartphone di gente di 50 anni, coetanei del padre. La gente non parla d'altro, e la situazione è un po' sfuggita di mano. Tutti sanno chi è la ragazza, perché purtroppo se ne riconosce il volto. Ogni barriera di riservatezza è stata infranta. La qualità delle immagini di questo filmato fa supporre che il video dal contenuto molto esplicito sia stato riversato su una cassetta. Con un telefonino l'autore avrebbe ripreso le immagini trasmesse da un televisore. Questa persona, qualora provato il suo coinvolgimento nella trasmissione dei video, rischia l'incriminazione per diffamazione. I commenti sui social network non si contano più. Ma molto stranamente, e tutto questo fa indubbiamente pensare, nessuno ha espresso solidarietà alla ragazza ripresa nei video, che è definita in tutti i modi negativi possibili. I commenti più duri sono scritti da donne. È praticamente accertato che i video sono una forma di ritorsione, che quindi la protagonista è vittima di questa faccenda. Il caso ricorda molto da vicino quello di quattro anni fa quando una donna residente ad Annone Veneto ma nota per la sua attività lavorativa ad Azzano Decimo, subì lo stesso trattamento. I suoi video finirono su Youporn, ma dopo la denuncia ai carabinieri di Oderzo vennero cancellati.
Fonte: La Nuova Venezia