Pochi giorni fa era stata colpita da ictus cerebrale. Oggi, dopo le cure, potrà rientrare tranquillamente a casa. Protagonista di questa vicenda a lieto fine una donna di 84anni, residente nel portogruarese. La donna era stata ricoverata d’urgenza giovedì scorso nella Stroke Unit di Portogruaro, l’unità di terapia semi-intensiva per la cura dell’ictus. Questa la diagnosi: emiplegia destra con afasia, in pratica una paralisi della parte destra del volto con difficoltà a parlare, conseguenti all’insorgenza di un ictus cerebrale ischemico. Nonostante l’età avanzata, la donna è stata sottoposta alla trombolisi che ha permesso di ripristinare completamente le sue condizioni fisiche.
È il direttore della Stroke Unit, professor Sebastiano D’anna, a illustrare le cure a cui è stata sottoposta la donna. La trombolisi è una terapia d’urgenza consistente nella somministrazione endovenosa di una sostanza in grado di sciogliere il trombo che ostruisce il vaso sanguigno, provocando l’ischemia cerebrale. «Questa terapia – spiega – viene eseguita in genere sino all’età di 80 anni. Con il consenso della donna, abbiamo ugualmente tentato la cura e ne siamo usciti vincenti. L’esito è stato il massimo che potevamo ottenere: la signora si è completamente ripresa, tanto che a breve uscirà autonomamente da questa unità operativa. È la soddisfazione più grande che io e la mia equipe potessimo ottenere».
La Stroke Unit di Portogruaro, al cui interno opera uno Stroke Team costituito da medici esperti (in neurologia, riabilitazione, cardiologia), infermieri e personale specializzato che si riunisce periodicamente per trattare aggiornamenti, concordare terapie e riabilitazioni su misura dei pazienti, è una delle eccellenze dell’Ulss10. In questa struttura, provvista di posti letto equipaggiati di monitor per il controllo delle funzioni vitali, vengono curate in media 300 persone l’anno con il picco massimo d’estate. «Non è un caso che questa unità operativa sia ai vertici nazionali per il basso tasso di mortalità – spiega il direttore generale dell’Ulss10, Carlo Bramezza – ossia del 3,5% a 30 giorni dall’insorgenza dell’ictus ischemico. Ogni vita salvata è un orgoglio per questa azienda e per la sanità veneta che resta saldamente ai vertici nazionali per l’efficienza. I miei complimenti al dottor D’Anna e a tutto il suo staff».
Redazione Online