«Il nostro impegno sarà vivo finché i bambini non nasceranno a Portogruaro». È così che le donne del Comitato “I fiocchi sopra le gru” rispondono alle dichiarazioni del consigliere Regionale Fabiano Barbisan, che nella conferenza stampa sulla mobilità sanitaria aveva sminuito l’impegno dei comitati. «Esprimiamo il nostro sconcerto – commentano le rappresentanti del Comitato, Liria Bettiol ed Elisa Lucchese – in quanto l’impegno civico, collettivo e di ispirazione per tutta la politica viene deriso e annichilito. Riteniamo che la voce del cittadino per chi ha acquisito la poltrona e si trova a governare, debba essere considerata preziosa e sacra soprattutto quando i cittadini in modo onesto e nel rispetto delle leggi e della morale si uniscono per opere di interesse di tutti, noi in particolare per difendere i diritti di donne e bambini, in teoria gli intoccabili della società moderna. Ma a quanto pare a Portogruaro i vertici dell'Amministrazione comunale preferiscono annunciare un ospedale d'eccellenza negando l'evidenza e i consiglieri regionali seduti in commissione sanità si fanno il giretto in ospedale boriosi di reparti che dovrebbero funzionare, dimenticandosi di quei reparti che invece restano fantasmi». Nel frattempo, il Comitato, sempre più determinato a voler riaprire il Punto Nascite a Portogruaro, ha raggiunto le 4 mila firme. «Il Sit-in da noi organizzato solo 1 settimana fa ha avuto il merito di risvegliare le coscienze dei cittadini con un risultato formidabile, 1000 firme in un giorno e ad oggi possiamo dichiarare il numero definitivo della raccolta che ha raggiunto la straordinaria quota di più di 4000 firme a favore di un punto nascite efficiente e in tempi brevi. Noi rappresentiamo le donne che per partorire si rivolgono al Friuli Venezia Giulia, a strutture private e visto che la commissione regionale snocciola orgogliosa i numeri sulle mobilità attive e passive, chiediamo che vengano resi pubblici anche le passività del punto nascita chiuso da 10 mesi, non credo che questo renda orgogliosi i dirigenti e gli amministratori, e forse per questo che ancora c'è silenzio».
Redazione Online