Nella notte tra il 12 e il 13 di luglio una violentissima tromba d'aria con nubifragio si è abbattuta sul territorio della Venezia Orientale portando con sé danni e distruzione. Molti alberi sono caduti.
Il loro schiantarsi ha spesso portato conseguenze nefaste su quanto li circondava e, verrebbe da dire, “per fortuna nessuno si è fatto male!”.
Purtroppo, questo ha generato un senso di sgomento, di vera e propria “paura degli alberi”, trasformandoli immediatamente in colpevoli, quando in realtà sono loro le prime vittime di una situazione di cui la bufera è stata solo l'epilogo, e che in futuro avrà probabilmente tristi conseguenze, perché son già molti a chiedere sentenze di condanna:
-"sono pericolosi, vanno abbattuti, bisogna abbassarli, ridurli, tagliarli a metà!” -, senza in realtà avere coscienza che tutto questo accanimento per "mettere in sicurezza" gli alberi in realtà peggiora il problema.
Sono tanti i benefici che regalano gli alberi in un contesto urbano: la riduzione della percentuale di anidride carbonica, la mitigazione climatica, favoriscono il risparmio energetico, depurano l'aria riducono il rumore, che è esattamente quello di cui abbiamo bisogno.
Ma, se non degli alberi, di chi è la colpa?
Senza dubbio dei fenomeni meteorologici eccezionali. Ma c'è un'altra causa, ben più subdola e infida e il suo nome è “ignoranza”.
Ignoranza di come funziona un albero, ignoranza di quale siano le sue esigenze, di come e quanto cresca, ignoranza di quale sia lo spazio minimo necessario ad un albero perché possa crescere sano e forte, ignoranza di quali siano le conseguenze se quanto sopra viene completamente trascurato ed infine, il non considerare minimamente i disastrosi effetti futuri che potature scriteriate, su chioma e radici potrebbero arrecare alla pianta.
Al riguardo è esemplificativo un video che abbiamo girato tre anni fa quando, nel comune di Portogruaro, denunciammo il taglio delle radici di un antico tiglio, in viale Matteotti, prevedendo come conseguenza, in un tempo non lontano, lo schianto del medesimo (comunicazione fatta e protocollata), e quasi profeticamente, a tre anni di distanza lo schianto, in pieno centro storico, è avvenuto. Solo la buona sorte ha impedito che un intervento scellerato, pubblicamente pagato, non abbia portato conseguenze penalmente perseguibili per la Pubblica Amministrazione. A fondo pagina il video.
Auspichiamo pertanto che vi sia la massima attenzione ad evitare lo stesso errore, sull'altro lato della medesima strada, come ci sembra sia intenzione progettuale.Come è necessario e corretto intervenire? Sicuramente non farsi cogliere dall'isteria collettiva “motosegaiola” che in questo periodo sembra aver colpito buona parte dei proprietari di parchi e giardini, i quali stanno provvedendo all'abbattimento di esemplari più o meno grandi avendo come unico criterio di riferimento “la paura che caschi”.Quello che è successo il 12 luglio dovrebbe essere la prima pagina di un libro da studiare per conoscere finalmente gli alberi ed agire con il necessario criterio, sia a livello di Pubblica Amministrazione, che di privati cittadini.Dovrebbe poi essere fondamentale l'istituzione di un servizio, costantemente attivo e non a spot, che si occupi di valutare la stabilità e la salute dei grandi alberi.La redazione di un Piano del Verde, meglio se sovra comunale, sarebbe lo strumento auspicabile, e in esso dovrebbero essere inserite tutte le buone norme di impianto e cura degli alberi non come “nota”, ma come consolidata e soprattutto obbligatoria prassi.AlberiAmo in questo c'è ed è pronta a mettersi a disposizione di chiunque chiederà collaborazione.
Il Presidente APS AlberiAmo
Dott. Roberto Davide Valerio