L’IPAB “Giuseppe Francescon” è certamente una delle più apprezzate Residenze per anziani del Nord-Est che opera fin dai primi del ‘900 al servizio della popolazione anziana e fragile e che oggi è un moderno centro di servizi per la terza età, punto di riferimento per le famiglie e le istituzioni di tutto il territorio del Veneto Orientale.
La Residenza dispone di 138 posti letto per anziani non autosufficienti, di quattro posti letto per anziani autosufficienti e di un centro diurno per anziani non autosufficienti con quattro posti. All’interno della struttura si trova anche il Centro Residenziale di Cure Palliative con dieci posti letto.
Ne parliamo con la Presidente, Caterina Pinelli, che dal luglio 2022 è alla guida dell’Ente.
Presidente, recentemente lei è stata invitata a un’audizione in Consiglio comunale. Un dovere o un gesto di cortesia e com’è andata? I gruppi di opposizione le hanno posto una ventina di domande.
“Si, recentemente ho accolto l’invito del signor Sindaco per intervenire in Consiglio comunale illustrando la situazione economica e organizzativa dell’Ente. Si è trattato di un gesto di cortesia e non di un obbligo dato che l’IPAB risponde solo alla Regione Veneto.
I gruppi di opposizione mi hanno posto un gran numero di quesiti ai quali ho risposto cercando di soddisfare tutte le richieste”.
Nel corso della seduta consiliare il Primo cittadino si è detto compiaciuto del suo operato e di quello del CdA. Quali sono i rapporti con l’Amministrazione comunale?
“Ringrazio il Sindaco per il suo apprezzamento. I rapporti con l'Amministrazione sono sempre stati buoni sia con l’Amministrazione Favero sia con l’attuale guidata dal dottor Toffolo”.
Il problema più grosso che lei ha ereditato è quello relativo al milione e duecentomila euro che la Francescon deve pagare per l’IMU.
“Le IPAB sono presenti solo in Veneto e in Sicilia e la Francescon è stata la prima a cui è stato contestato il mancato versamento dell’IMU.
Ci siano opposti a questa decisione dato che riteniamo di non svolgere attività commerciale.
Sono però fiduciosa che la questione venga risolta a livello politico con un cambio della normativa che sani il pregresso”.
Quale il futuro?
“Stiamo completando una serie di lavori interni utilizzando i fondi PNRR e recentemente abbiamo aperto l’Ospedale di Comunità.
Venti posti letto pronti a dar risposta alla cittadinanza dimessa dall'ospedale dopo una fase acuta, per una riabilitazione o per l'assestamento della propria condizione clinica e quindi non ancora pronti per il rientro a casa. Saranno queste le principali funzioni del nuovo Ospedale di Comunità aperto negli spazi del Padiglione Santo Stefano, fino a qualche anno fa attivi per l’hospice”.
Recentemente lei si è dovuta confrontare con una nuova problematica.
“In effetti si è venuta a creare una particolare situazione che riguarda il pagamento delle rette da parte dei malati di Alzheimer.
Una recente e rilevante sentenza del Tribunale di Monza affronta il tema della copertura dei costi di ricovero in RSA per pazienti affetti da sindrome di Alzheimer, escludendo che tale condizione, di per sé, comporti automaticamente l’integrale presa in carico delle spese da parte del Servizio Sanitario Nazionale.
Questa nuova sentenza ribadisce quindi l’importanza della valutazione del caso concreto e smentisce l’idea generalizzata secondo cui ogni paziente affetto da Alzheimer o da analoga patologia neuro degenerativa avrebbe diritto automaticamente alla gratuità del ricovero in struttura residenziale come sostenuto dai familiari di alcuni pazienti”.
Maurizio Conti