Di passaggio a Portogruaro lo scrittore Gian Antonio Stella, giornalista notissimo del Corriere della Sera, ci ha rilasciato una breve intervista sul suo ultimo libro intitolato “Così parlò il cavaliere”, realizzato con Sergio Rizzo, edito da Rizzoli.


Il contenuto?
E’ come un dizionario: si parla naturalmente di Silvio Berlusconi. Un libro di barzellette, dichiarazioni, battute, smentite, bufale e tanto altro di Berlusconi, un viaggio di 17 anni tra le parole dell’ormai “ex” dalla fase di imprenditore fino al dominio della politica a Palazzo Chigi.

Ha dovuto incamerare una babele di lemmi, frasi, talvolta anche oscenità, commenti, ritrattazioni. Che giudizio si è fatto di questo personaggio, da qualcuno definito un ottimo costruttore di condomini?
Alla fine, di Berlusconi, purtroppo per lui non resteranno le donne, le avventure; sì anche quello. Qualcuno riderà di questo e si chiederà come sia stato possibile, però purtroppo resterà, dico purtroppo per lui e per l’Italia, che lui non si è praticamente accorto che negli anni in cui è stato in politica è cambiato il mondo. Non si è accorto che la Cina cresceva di undici volte e mezzo, mentre noi crescevamo pochissimo, non si è accorto che il Brasile faceva il sorpasso, che l’India ha anticipato il sorpasso a luglio e lo concretizzerà nel 2014, probabilmente nel 2013. E’ successo anche ad altri paesi ovviamente di correre meno dell’India, della Cina e del Brasile, però la differenza è che gli altri hanno cercato di sfruttare l’accelerazione pazzesca dell’India e della Cina. Lui non è mai andato in Cina, non è mai andato in India ,in Brasile una volta dopo aver annullato per quattro volte la visita. C’è stato 27 ore e ha trovato il tempo per passare la serata con delle ballerine brasiliane. Alla fine credo che resterà questo, resterà la storia di un uomo che ha avuto un‘immensa fortuna e che non si è accorto che attorno cadeva il mondo. Do soltanto un esempio tragico: forse pensando che potessero danneggiare le sue televisioni noi abbiamo oggi una velocità di internet che è pazzescamente bassa, siamo settantesimi al mondo e il sessantanovesimo è il Ruanda, per la velocità con cui si possono scaricare i documenti. Ora essere settantesimi dopo il Ruanda ti dà l’idea di un paese industrializzato che ha dei ritardi enormi non solo sulle autostrade.

Il Parlamento italiano può costituire una mina vagante per Monti?
Sì certo. Non si sa come andrà a finire. Non si sa perché ci sono degli egoismi dentro il Parlamento che sono molto forti. Non so se vincerà la generosità o l’egoismo; non parlo soltanto di egoismo individuale di persone che ovviamente se vanno a casa domani mattina l’unico obiettivo che hanno tanti è quello della rielezione o di essere sistemati in qualche municipalizzata; parlo proprio anche dell’egoismo di partito; può essere utile come fa la Lega schierarsi contro l’abolizione delle pensione di anzianità anche se le pensioni dell’anzianità sono un macigno sul futuro dei nostri figli e dei nostri nipotini. E’ una scelta secondo me scellerata, però può essere politicamente è elettoralmente redditizia.
Non so se vincerà la generosità o l’egoismo. Non ne ho l’idea.

Ugo Padovese