È stata eseguita ieri mattina l’autopsia sul corpo di Antonio Geretto, il 42enne erede della nota dinastia di viticoltori di San Stino, ritrovato privo di vita giovedì pomeriggio nelle acque del Loncon, a ridosso dell’idrovora di Lison. L’autopsia, svolta nella camera mortuaria dell’ospedale di Portogruaro, è stata eseguita dal medico legale Antonello Cirnelli. Sugli esiti dell’esame autoptico vige il più stretto riserbo, in attesa della relazione conclusiva al termine di tutti gli accertamenti. Ma, stando alle indiscrezioni trapelate, gli elementi raccolti da cui si è avuta notizia sarebbero compatibili con quella che fin dall’inizio è apparsa come la spiegazione più probabile: si sarebbe trattato di una tragica fatalità. Antonio Geretto, che giovedì mattina si stava recando regolarmente al lavoro, potrebbe essersi fermato nei pressi dell’idrovora per un bisogno impellente. E lì sarebbe rimasto vittima di una scivolata accidentale, una caduta nel canale che per lui si è rivelata fatale, tanto più che non sapeva nuotare. Risolto anche il «giallo» delle chiavi della vettura. Il mazzo principale gli è stato ritrovato addosso, custodito nelle tasche com’è abitudine riporlo per chi scende dall’auto. Le chiavi ritrovate all’interno dell’abitacolo, nel vano porta oggetti, sarebbero semplicemente il mazzo di riserva. Eseguita l’autopsia, adesso si attende solo il nulla osta della magistratura per poter fissare la data dei funerali. In attesa delle comunicazioni ufficiali dalla procura, i familiari ieri hanno preferito non rendere nota la data presunta delle esequie, che saranno comunque nei primi giorni della prossima settimana. L’ultimo saluto ad Antonio Geretto si terrà a San Stino, mentre a Concordia, dove si era trasferito da qualche tempo con la famiglia, sarà recitato il Rosario oggi alle 19.30 nella chiesa di Santo Stefano.
Fonte: La Nuova VeneziaLa Città | |
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