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Nome e Stemma

Dell'origine della città di Portogruaro e del suo stemma, molto si sono occupati gli storici locali, in particolare Dario Bertolini. Il noto archeologo, in uno studio su L'antico stemma e sigillo di Portogruaro pubblicato nel 1873, riassumeva la questione in questi termini.
Il nome di Portogruaro è composto di due parti: porto e gruaro. Sul termine "porto" non ci sono dubbi. Esso ricorda qual era la funzione principale della nostra città nel medioevo, cioè quella di essere lo scalo fluviale per le merci che, giunte da Venezia per via d'acqua, da qui proseguivano verso la Germania per via di terra. Anzi, questo è un porto "nuovo", perché poco più a monte, lungo lo stesso corso d'acqua, c'era e c'è tutt'oggi Portovecchio, il cui stesso nome indica una preesistenza. Per spiegare la seconda parte del toponimo, cioè "gruaro", il Bertolini risale ai tempi di Giulio Cesare. Si è già visto che nell'antichità il nostro territorio era ricoperto da una fitta selva. In questa selva lo studioso ritiene che avesse dimora una tribù gallo-celtica la quale, preoccupata per l'avanzare delle forze romane che poco più a sud avevano fondato la colonia di Iulia Concordia, aveva posto a custodia del bosco, per evitare amare sorprese, un guardiano, chiamato gruarius. Il Bertolini riteneva che molti toponimi della nostra zona, come Gruaro, Giai, Boldara, Volpare, Noiari, fossero di origine gallo-celtica, mentre gli studi successivi ne hanno dimostrato una diversa derivazione. Lo storico, data per buona la derivazione celtica di gruarius, ritiene che le origini di Portogruaro sieno almeno coeve a quelle di Concordia, e che se forse da prima non vi aveva qui che la capanna del gurdiano, a poco a poco poi, a seconda che la romana potenza andava invilendo ed i barbari facendosi dominatori, si aggregarono attorno a quelle prime nuove capanne, e colle rovine dell'atterrata Concordia si venne formando la borgata che oggidì è il capo di questo importante distretto. Data quindi anche alla nostra città una patente di nascita ben anteriore al secolo XII, il Bertolini dà la sua interpretazione dello stemma cittadino. Come il guardiano dei gallo-celti, il guarius, vigilava sul suo popolo, così il Comune prese a suo emblema il campanile, che sinteticamente rappresenta tutta la città, vigilato da due gru. La gru era considerata dagli antichi simbolo di vigilanza in quanto, secondo il racconto che ne fa Plinio il Vecchio, quando cala la sera e lo stormo di gru si aduna per il riposo notturno, una di esse viene posta di guardia con un sasso racchiuso in una zampa sollevata.
Se la gru si addormenta il sasso cade, e col suo rumore risveglia la gru, richiamandola al dovere. Sulla scientificità di queste argomentazioni e sulla logicità del nesso gruarius-gru è lecito nutrire qualche dubbio, però dove la storia non arriva può supplire la fantasia, e non è detto che gli esiti siano peggiori.
Secondo il Bertolini la raffigurazione più antica dello stemma di Portogruaro, tra quelle rimasteci, risale al 1447, ed era collocata sopra la porta del fondaco che guardava verso il fiume. Il fondaco fu infatti costruito in quell'anno. Il bassorilievo recava al centro il Leone di S.Marco (scalpellato al tempo della rivoluzione francese), nell'angolo superiore destro lo stemma del Comune, e in quello sinistro lo stemma del podestà Leone Venier che fece costruire la porta del fondaco. Abbattuto il fondaco nel 1934, nel 1947 l'iscrizione fu murata sul lato fiume del fabbricato ex Scardellato in via A. Bon.
Ouesto stemma, come rilevato già dal Bertolini, presenta una forma caratteristica del campanile, il quale ha il pinnacolo circondato da una merlatura, identica a quella del palazzo municipale. Lo studioso ritiene che fungendo il campanile da simbolo della città, fosse coronato di merlatura ghibellina come il municipio. Mutato il coronamento del campanile nel corso del secolo XVI, assumendo la forma attuale, furono di conseguenza modificati anche gli stemmi. Sia pure con leggere modifiche, riguardanti soprattutto la struttura della parte terminale del campanile, questo è rimasto fino ad oggi lo stemma di Portogruaro.

Brano tratto da "Portogruaro" di Roberto Sandron con l'autorizzazione dell'Associazione Pro Loco Portogruaro

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